1. |
Atlante
01:23
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Atlante (M. Favali / L. Correggi)
Era in quella selva antica
magione di ninfe e fauni diletta
una placida radura silente
ove nel mezzo sorgea incantato
d’Atlante il palazzo superbo
di sottil marmo edificato
oro e purpurei drappi celavano
pareti porte finestre
tanto che nulla si vedea fuor che quello.
Io v’entrai, poi che l’inutil tempo
a vagheggiar cose perdute
era ormai perduto e solo
in quel palagio incantato
credetti poter al fine trovare quiete
in quel caleidoscopio d’inganno e verità
ove ebbi a dimorare così a lungo
dimentico degli affanni
e delle cure che altrove
si andavano apprestando
in quel labirinto arcano
ove cercar è invano
ciò che è vano ricercare
stetti a lungo immemore.
Qui ramingo girovago tra infinite stanze
vidi oprar, per magia, tutto il Cosmo
e le stelle e il tempo sul tempo conobbi
genti, città, maghi, indovini e ciarlatani
eroi e potenti dèi.
Ed ecco quindi ciò che Fortuna
ebbe intento a mostrarmi
soggiacer alla vanità della ricerca
ciò che vidi, questo, dunque, fu.
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2. |
Alla città
03:37
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Alla città (L.Correggi)
Che malvenuti siate alla comunità
viandanti, parassiti e spie
che teste intellettuali rotolino giù
da piazza della schiavitù
vengano i legionari
a difenderci
dai poeti di
via degli errori
così sia
sia fatta la trincea
e mi salverò
Kyrie eleison
al tribunale di condanna attendono
i comunardi ed i plebei
l’onesta avvocatura ci sottragga da
l’abuso della verità
vengano gli impresari
le bambole
nel giardino
dei denari
così sia
sia fatta la trincea
e mi salverò
Kyrie eleison.
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3. |
Il Benefattore
04:06
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Il Benefattore (L. Correggi)
A domandarmi pietà
vengon gli sciocchi della città
amo vederli strisciare
uccidersi di buonumore per me
a domandarmi pietà
vengono a chiedere la carità
chi mi ha levato una voglia
chi mi ha venduto sua figlia
qualche ruffiano ha per me
carni pregiate bambine lamè
a questa folla supina
il benefattore dispensa fortuna
a chi lo meriterà
uno scellino di notorietà
ai leccapiedi vergogna
ai traditori la gogna
sognai di stelle e di tramonti
rose e cotillons
sognai l’infamia dei pezzenti
morte li obliò
oro ed incenso all’eternità
l’impunità
bussola di libertà
anche al nemico amore si dà
genti votate al martirio
possano cedere al desiderio
e chi non soccomberà
voi giacobini della verità
la vostra insegna vi è grata
nel compiacersi sulla garrota
sognai l’infamia dei pezzenti
morte li obliò
oro ed incenso all’eternità
l’impunità.
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4. |
Il Titolista
03:03
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Il Titolista (L. Correggi)
Nove colonne contro chi non serve più
ed uno strillo di paura
occhiello e fondo ai nemici del buon Dio
il titolo lo scrivo io
"notabili e parrucche
magistrati e notai
oggi è il vostro turno
oggi tocca a voi"
vi ha condannato il titolista
a prima vista si trasforma la realtà
civette ad alta tiratura
si stampi allora un mondo nuovo tutto mio
la sintesi la faccio io
"colleghi giornalisti
redattori giornalai
oggi è il nostro giorno sono qui per voi"
in due parole: il capolista
un giorno il terrorista bruciò l'edicola
ma la politica non fu rivista
io son d'un'altra pasta
maestro della svista
perciò politicista
son titolista
da sognatore, chi l'avrebbe detto mai,
a titolare di un'impresa
noi qui si sogna il mondo nuovo che vorrei
e poi lo regaliamo a voi
"lottate cittadini per la nostra libertà
se non tutti almeno uno riuscirà"
probabilmente il titolista.
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5. |
Rimedi Dottore Tancredi
03:38
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Rimedi Dottore Tancredi (L. Correggi)
Rimedi dottore Tancredi
Signore e Signori la felicità
una pozione d’assenzio
contro l’incredulità
contro l’incredulità
dottore per avidità
non ho più amici né lei
per quanto spesi parole
fu troppo tardi oramai
dottore parrucca o tupè
piangeva calvo il borghese
fan che si rida di me
in tutto il paese
rimedi dottore Tancredi
l’investimento per voi
una partita di whiskey
per divertirvi con noi
per divertirvi con noi
dottore un intruglio per me
per lo smemorato
dottore un intruglio per me
o l’ho già domandato?
dottore mi dica di lei
morta da un anno
e che da allora mi segue
e mi toglie il sonno
rimedi dottore Tancredi
se ricordare vorrai
dentro a un bicchiere di brandy
quel che dimenticherai
sta quel che dimenticherai
il saltimbanco ci inganna
ma il suo onorario lo avrà
vengano a prenderlo per la forca
quale rimedio userà
quale rimedio userà
rimedi dottore Tancredi
brindate tutti con me
sceso l'incanto dagli occhi
brindo a quel poco che c'è
al poco che resta di te.
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6. |
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In principio - era il verbo
(L. Correggi)
Fu del primo Uomo
figlio di Ogniddei
di suono scelse un dono
e lo rivolse a Lei
Donna risali il fiume
grembo di Ogniddei
Lui ha cucito un nome
e tu lo vestirai
l’indice crebbe al fiato
lucida è l’armonia
nel suo bel nome ignoto
Lei si accese ad un’idea
e dove il pigro amante
avrebbe detto “amore”
Lui che non ne abusò
seppe inventare le parole
Lui che non ne ascoltò
seppe inventare le parole
Sacralalia dell’uomo
indica terra e cielo
ruba da questo ramo
il frutto che dice il vero
chiamalo malasorte
il tempo che ti invecchiò
fino a battezzar la morte
il giorno che Lei mancò
canta per ritrovarla
Verbo che sa mostrare
usane per salvarla
ogni nome a raccontare
portami su quel mondo
dove la fantasia
regna tra la menzogna
e la poesia.
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7. |
La trincea
03:16
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La trincea (L. Correggi)
Un solco fugge
a perdivista
di terra fonda
è la condanna
Nennella mia
tu dormi ancora
io vado al fosso
parto all’aurora.
Un uomo fugge
a perdifiato
all’altra riva
oltre il fossato
Nennella mia
tu ancora dormi
io ti riprendo
se non ritorni.
E domani non ritorno
mi saluterai mentendo
e domani non ritorno
non ritorno.
Se mai trincea
restò inviolata
mai la pianura
fu separata
Nennella mia
a un'altra vita
a un'altra riva
della ferita.
Prima del salto
fu temporale
e poi più niente
da ricordare
Nennella mia
capelli neri
come l'abisso
dei desideri.
E domani non ritorno
mi saluterai mentendo
e domani non ritorno
non ritorno
e non parto e non ritorno
mi saluterai mentendo.
Un solco fugge
a perdivista
di terra fonda
è la condanna
Nennella mia
tu dormi ancora
io vado al fosso
parto all’aurora.
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8. |
Giordano Bruno
03:57
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Giordano Bruno (L. Correggi)
Meglio che pregare
meglio dire l’amore per Sofia
meglio vagabondare
tra infiniti mondi
meglio che dimenticare
so citarne le trecce a memoria
dietro l’ombra è già nuda
solo l’ombra è già mia
io ti vidi con intimo sguardo
dove sfuma l’ignoto
quasi a leggere il verbo che Dio
declinò all’infinito
poi gridasti dal centro del mondo
ovunque tu sia
fa che il centro sia ovunque
e nessuno alla periferia
meglio che pregare
l’insipienza è una dama in ginocchio
lega l’asino al cero
prende quello che vuole
meglio che gelare
fuggiremo da questa prigione
vola Pegaso al vero
come Icaro al sole
basta il freddo che incrina la voce
alla vostra sentenza
a scaldare il coraggio del folle
che non chiede clemenza
ben più gelida fiamma arde i libri
una fiamma smeraldo
penserà il Santo Padre a donarmi
un mantello più caldo
stan gli stormi alle voglie del vento
come il morso al nocchiere
stan le aquile sole alle vette
come me, Giordano Bruno, al pensiero.
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9. |
La soluzione
04:01
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La soluzione (M. Favali)
Uomini di nobile rango
le carte dicono il vero
per placare la folla ribelle
occorre l'amore di un dio
questo la maga di corte
ha prescritto al nostro consesso
se vogliamo domare
la turba che ai cancelli grida vendetta
miei buoni signori vi offro la soluzione:
un dio con sembianze di uomo
dobbiamo costruire sul mare
si staglia d'improvviso dal porto
la figura maestosa di un re
che dal cielo è disceso a portare
armonia e serenità
la folla stupita e confusa
domanda a quel totem pietà
e lui d'improvviso s'accese
della luce della sua prima età
simulacro splendente
il cuore che batte nel petto
il dio si avvicina alla folla
ma dalla bocca nessun manifesto
uomini di nobile rango
nel golem che avete creato
fu l'ultimo raggio di luna
che diede alla pietra la vita
amici di buona famiglia
non penso ch'egli abbia parola
forse manca anche dell'intelletto
e in tal caso l'occasione è una sola
miei buoni signori vi offro la soluzione
andiamo a trattatare col dio capirà
certamente chi siamo
poi d’improvviso la folgore chiara sulla città
i cancelli divelti le torri cadute della nobiltà
la bocca del dio si muove
ed una voce cangiante risuona:
a vostra immagine, uomini
io sono stato creato, vostro re, unico dio,
la maga, regina di corte mi ha incoronato.
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10. |
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Epilogo - Grand Bal du Printemps
(L. Correggi)
Non che la Città finisse lì
ma la cecità vinse Jacques Prévert
Lei di pianto pia gridò l'ahinoi
passi la marea, quindi gli avvoltoi
e fu da Tunisi o da Bengasi
chi scappò e chi lanciava un biglietto
dal suo ultimo tetto poche frasi
prima dell'impatto
chi aspettò l'inizio e chi finì
gli ultimi usurai con i denti di...
oro argento le raffinerie
fosse di trincea le cancellerie
e fu da Atene o da Barcellona
chi sparò, chi difese il potere
quasi che non sapesse ma si muore
e senza onore
fu per un figlio ammazzato
fu per un foglio di via
fu per un cambio sbagliato
in dogana la notte
fu per i cani e i maiali
e fu il minore dei mali
fu per un figlio ammazzato
fu per un colpo di stato.
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Il Lupo Cattivo Reggio Emilia, Italy
Il Lupo Cattivo è un progetto che nasce nel 2012 nella montagna di Reggio Emilia, e lì vive tutt’ora. Nasce per la volontà dei due fondatori e autori, Matteo Favali e Luca Correggi, ai quali dal 2013 si unisce il musicista e arrangiatore del gruppo Giacomo Manfredi. ... more
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